La Camera Penale di Locri e le scuole del territorio:

“Quando il progetto realizza gli obiettivi”.

di Antonio Alvaro (presidente della Camera Penale di Locri)

“Far conoscere i problemi della giustizia veicolando le giuste informazione nella comunità, con particolare riguardo ai giovani, è, e deve essere, il nostro scopo associativo principale, perché solo una società consapevole può essere attiva e lottare al nostro fianco per la tutela dei diritti del singolo.”

È la prima volta che la nostra Camera Penale ha attuato – dopo la debita autorizzazione rilasciata dall’UCPI, secondo il Protocollo d’intesa sottoscritto con il MIM – il “Progetto Scuola”, iniziativa che ci ha consentito di entrare in contatto con gli studenti e, tout court, con il mondo scolastico ed il suo modello formativo.

Il progetto ci ha dato la possibilità di presentare il nostro approccio culturale al concetto di  “legalità”, offrendo agli studenti una proposta ed un percorso informativo sul “pianeta Giustizia“ attraverso la conoscenza dei princìpi inviolabili che la nostra Carta Costituzionale prevede a tutela della libertà personale, della celebrazione dei processi, della terzietà di chi deve giudicare e dei rispettivi ruoli dell’Accusa e della Difesa, ma anche della funzione della pena  e delle condizioni carcerarie in cui vive il detenuto.

È stata un’esperienza entusiasmante sul piano emozionale e molto gratificante per i risultati ottenuti in questo primo anno di attività.

Abbiamo incontrato 2.120 studenti appartenenti a 13 Istituti di Istruzione Superiore, in ben 26 appuntamenti calendarizzati dal mese di gennaio a maggio (della durata media di oltre due ore). Incontri colloquiali ed esemplificativi (anche con video e slide) che hanno stimolato il dialogo e numerosi interrogativi che i ragazzi si sono posti ed a cui abbiamo dato delle risposte chiarendo come in una società civile i principi fondanti sui quali è stato istituito il nostro Stato democratico, sono quelli scritti nella Carta Costituzionale sulla quale è stato costruito lo Stato di Diritto.

Il solo dato numerico, dimostrativo dell’impegno e passione profusi dal Direttivo e dai soci, che si sono dedicati a realizzare tale progetto, evidenzia un dato positivo, ulteriormente riscontrato dall’interesse manifestato da docenti e studenti, che si sono intrattenuti, quasi sempre anche oltre il tempo previsto e concesso.

Ci sembra un dato interessante da rilevare che i ragazzi, in alcuni casi/esempio, abbiano dubitato, in prima battuta, che alcuni principi morali accompagnati da esigenze di tutela della collettività, apparissero confliggenti rispetto ai principi Costituzionali discussi.

A titolo esemplificativo, i dubbi su un possibile conflitto vi sono stati con il  caso di Erika ed Omar, riabilitati e reinseriti nella società prima di aver scontato l’intera pena e che però la “morale” e la “difesa sociale” rigettavano a causa dell’esecrabile delitto commesso; ma anche il caso Gullotta (sconosciuto da  tutti) turbava la loro sensibilità non potendosi spiegare come fosse stato possibile che un uomo, presunto innocente ed in custodia momentanea dello Stato, possa essere stato sottoposto a tortura e, per di più, privato delle garanzie e dei diritti di cui avrebbe dovuto godere sin dal momento del fermo.

Proprio questo tipo di approccio che i ragazzi hanno avuto è stata la dimostrazione di un loro chiaro interesse a voler approfondire, per meglio capire, il valore dei diritti costituzionali e il loro giusto bilanciamento con altri valori reputati erroneamente confliggenti.

Tali risultati ci hanno appassionato e stimolato a tal punto di decidere di continuare il percorso iniziato innovando il progetto che – nella riunione di fine anno tenutasi a Locri nell’aula magna del Liceo Scientifico alla presenza di dirigenti, docenti referenti della materia e di una rappresentanza di studenti – è stato prospettato nelle sue linee generali per la programmazione nel prossimo anno scolastico.

La simulazione di un processo interamente istruito dagli studenti su un caso che, anche in ragione delle loro diverse provenienze territoriali e culturali, sappia far vivere loro emozioni e piena cognizione degli irrinunciabili principi ideali della nostra Carta, in materia di “processo penale”.

Vivere in modo empatico, ovvero avendo la capacità di mettersi nei panni dei vari soggetti del processo penale (primo fra tutti l’imputato) percependone così stati d’animo, emozioni e concetti che rimarranno impressi nel loro vissuto scolastico e saranno appresi, quindi, con un’attività esperenziale.

I diritti sull’inviolabilità della libertà, del diritto alla difesa, del giusto processo, del trattamento della pena e della sua finalità saranno così recepiti mediante una simulazione del processo penale, la cui “sceneggiatura” sarà scritta dagli stessi studenti che saranno i soli protagonisti e che dovranno arrivare ad un giudizio conclusivo di uno specifico “caso”, in cui ognuno svolgerà il proprio ruolo (Giudice, P.M., difensore, imputato, parte civile, teste dell’accusa e della difesa ecc…) con una specifica competenza tecnica.

Proprio per approfondire la conoscenza tecnica necessaria per l’istruzione del “processo”, abbiamo pensato di creare (trovando piena adesione dai docenti e dagli studenti) in ogni Istituto di Istruzione Superiore, un apposito “laboratorio formativo” che vedrà impegnati una selezione di studenti e docenti, coadiuvati da un numero di avvocati della C.P. che renderà più agevole e spedito il lavoro di apprendimento anche di elementi rudimentali di procedura. Questa è l’innovazione sostanziale del nuovo progetto.

Far conoscere, informare, dibattere e facilitare l’apprendimento del giusto processo; del valore della presunzione d’innocenza e del correlato pericolo derivante dall’abuso del diritto di informazione con i processi mediatici; delle condizioni inumane di detenzione e dell’inidoneità del trattamento dei condannati ai fini rieducativi e di reinserimento. Questo è il servizio che la Camera Penale G. Simonetti intende dare ai giovani studenti affinché, quali cittadini e futuri responsabili della società in cui vivranno ed opereranno abbiano piena consapevolezza, responsabilità e sensibilità sui problemi dell’attuale stato della Giustizia e sulla necessità dell’attuazione di quel diritto penale liberale da noi tanto agognato.

Far conoscere i problemi della giustizia veicolando le giuste informazione nella comunità, con particolare riguardo ai giovani, è, e deve essere, il nostro scopo associativo principale, perché solo una società consapevole può essere attiva e lottare al nostro fianco per la tutela dei diritti del singolo.

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