Va dichiarata non fondata la q.l.c. dell’art. 76, comma 4-ter, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, nella parte in cui determina l’automatica ammissione – a prescindere dai limiti di reddito di cui al comma 1 – al patrocinio a spese dello Stato della persona offesa dai reati cui agli artt. 572, 583-bis, 609-bis, 609-quater, 609-octies e 612-bis, nonché, ove commessi in danno di minori, dai reati di cui agli artt. 600, 600 -bis, 600-ter, 600-quinquies, 601, 602, 609-quinquies e 609-undecies c.p. La scelta effettuata dal legislatore di ammettere al gratuito patrocinio le persone offese da determinati reati contro la libertà e l’autodeterminazione sessuale, indipendentemente dalle relative condizioni reddituali, rientra nella piena discrezionalità del legislatore e non appare né irragionevole né lesiva del principio di parità di trattamento, considerata la vulnerabilità delle vittime dei reati in questione.

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