Un chiaro ed evidente attacco all’amministrazione della giustizia verso i Magistrati del Tribunale di Locri e, quindi, anche all’avvocatura penale che ne consentirebbe un uso spregiudicato e al di fuori delle regole.
“Occhio, il Tribunale di Locri è una fabbrica di scafisti immaginari”
L’articolo apparso sull’Unità del 30/04/2024, a firma di Angela Nocioni, ha suscitato alcuni interrogativi, a partire dal titolo: “Pregate il cielo di non finire nelle mani del Tribunale di Locri”.
Un chiaro ed evidente attacco all’amministrazione della giustizia verso i Magistrati del Tribunale di Locri e, quindi, anche all’avvocatura penale che ne consentirebbe un uso spregiudicato e al di fuori delle regole.
Non è soltanto il titolo, però, a far percepire che questo sia il fine ultimo, piuttosto che quello di informare, anche perché ricordiamo i lontani periodi in cui chi faceva cronaca giudiziaria era presente quotidianamente nelle aule di giustizia e “viveva” il processo (costume abbandonato dagli attuali cronisti) così annullando o rendendo minimo, ogni possibile margine di errore sulle notizie da pubblicare.
Ci sorprende, e non poco, che i fatti riportati nel citato articolo, sottesi – secondo l’articolista – all’esistenza di “una ragione nell’ostinazione con cui i giudici si accaniscono su Marjan Jamali” non siano mai venuti a conoscenza di questa Camera Penale e dell’intera avvocatura dei penalisti Locresi, che da sempre vigilano, controllano e denunciano tutto ciò che appare anche soltanto disfunzionale ed irrispettoso delle regole del giudizio.
Non sappiamo da chi e come l’articolista abbia appreso le notizie, certo è però che – senza voler entrare in alcun modo nel merito della vicenda, che deve essere accertata solo e soltanto nel processo – il tono diffamatorio usato verso singoli Magistrati che si sono occupati e che si stanno occupando della vicenda, appare come un’ingiustificata e deprecabile esposizione al pubblico ludibrio, frutto di “un’ingegneria” giuridica maldestra ed errata, laddove il redattore ritiene che “il Tribunale pur di non ammettere d’aver sbattuto in cella la ragazza senza uno straccio di indagine, si stia attrezzando a farcela restare il più possibile” (sic!), oltre che palesemente diffamatoria allorquando allerta i lettori: “Occhio, il Tribunale di Locri è una fabbrica di scafisti immaginari.”, che ha provocato, così, una degenerazione dell’informazione che contravviene al suo uso corretto e ad ogni forma di indebita intrusione in ambito processuale.
(…continua)
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