LA NOTIZIA: l’osservatorio Informazione Giudiziaria sta lavorando per elaborare un progetto di codice dell’informazione giudiziaria 

Il commento di Michele Bontempi – penalista del Foro di Brescia

Unione delle Camere Penali laboratorio delle idee. Negli ultimi anni l’osservatorio Informazione Giudiziaria sta lavorando per elaborare un progetto di codice dell’informazione giudiziaria; medio tempore è già riuscito a far inserire in un disegno di legge – il cui destino si vedrà a breve – il divieto di pubblicazione dell’ordinanza cautelare, vera e propria linfa di una gogna mediatica che, travestita da giudice, si materializza con la scure della condanna prima del processo.
Ma questo è solo l’inizio. 

L’Osservatorio vuole uscire dall’equivoco dell’idea della condanna al carcere per il giornalista che, violando il segreto degli atti di indagine, colpisce a morte la vita (sociale e familiare) di quella persona che ha la disavventura di finire nel tritacarne dell’indagine penale da presunto innocente. Gli avvocati liberali sono contrari alla pena detentiva per i delitti di opinione.
C’è però la convinzione che qualsiasi regola a tutela della presunzione di innocenza resterà lettera morta se non accompagnata da una efficace sanzione. Da qui nasce l’idea dell’Osservatorio di prevedere sanzioni amministrative di natura pecuniaria, non (o non solo) a carico del singolo giornalista, ma dell’editore che sfrutta il sensazionalismo e l’esasperazione mediatica (naturalmente colpevolista) per un interesse economico imprenditoriale.
Sabato scorso all’Open Day di Rimini da un confronto fra l’Osservatorio e il Centro Studi Marongiu dell’Unione, rappresentato dal prof.Oliviero Mazza, parte una nuova intuizione: l’inserimento di specifiche fattispecie nel catalogo dei reati presupposto per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, in questo caso, delle imprese editoriali.
Colpendo gli interessi economici che si nascondono dietro una cronaca giudiziaria a senso unico in favore dell’accusa (che meglio soddisfa la “pancia” dei cittadini) sarà possibile arginare la deriva del processo mediatico ristabilendo, così, un equilibrio fra giustizia e popolo in nome del quale viene amministrata?
Per ora è un’idea, da approfondire e studiare, ma il concetto fondamentale che è emerge dal confronto di sabato a Rimini fra l’Osservatorio e la dottrina è che lo sbilanciamento dell’opinione pubblica potrà essere fermato solo trovando un punto di equilibrio fra diritto di informazione e rispetto della presunzione di innocenza. Il lavoro continua …

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